fbpx

Must Be a Dragon Gdr – Le ispirazioni dell’autore

Must-Be-a-Dragon-Gdr-Le-Ispirazioni-dell-Autore-Andrea-Carbone

Giocatori di ruolo, sono Andrea Carbone, autore di Must Be a Dragon! Manca pochissimo al lancio della versione italiana di questo gioco e non so voi, ma noi siamo in fibrillazione per l’evento! Non è il mio primo gioco di ruolo, ma ogni volta è come se fosse la prima, in trepidante attesa di ricevere la versione fisica e poterla sfogliare per la prima volta, toccando con mano le pagine splendidamente illustrate e ripiene di draghi. Già, perché di draghi stiamo parlando.

Quali sono le ispirazioni dietro il gioco di ruolo Must Be a Dragon?
Vi racconto la genesi del progetto e il ruolo delle opere che mi hanno ispirato nella sua realizzazione.

Partiamo dal principio: come ogni appassionato di fantasy, i draghi sono entrati di prepotenza nel mio immaginario, acquisendo fin da subito un posto di rilievo. Assieme ai dinosauri, sono il sogno proibito di ogni bambino e le favole che ci raccontavano erano piene di queste creature magnifiche che incutevano timore e riverenza allo stesso tempo. Nel corso degli anni sono rimasti lì, protagonisti delle saghe di D&D portate avanti con gli amici, o di racconti scritti quando c’erano ancora solo penne e quaderni. Ovviamente ne erano pieni anche i libri che leggevo, da Smaug de Lo Hobbit a Falcor in The NeverEnding Story. E i film non erano da meno. Dragonheart era un cult che andava visto a ogni passaggio in tv e ShenLong di Dragon Ball aveva sempre il suo perché, a ogni apparizione.

Solo più di recente, quando già bazzicavo il mondo editoriale, sono incappato in un’opera che sicuramente mi ha influenzato notevolmente. Parlo di “A Natural History of Dragon“, romanzo di Marie Brennan, il primo di una saga composta da sei libri. In questa saga, ambientata nell’Inghilterra vittoriana, la protagonista è una giovane studiosa che si vuol occupare di draghi: già, perché in questo universo i draghi esistono e sono creature catalogate e ben note, sebbene sfuggenti e difficili da studiare. La sua è una vera epopea che mostra come cerchi di farsi largo in un mondo patriarcale che non la vede di buon occhio. In questa saga (purtroppo non edita in italiano) i draghi sono visti diversamente dal solito: non tanto come le temibili e magiche creature dell’high fantasy, quanto come elementi naturali di un ambiente, sebbene estremamente rari e letali. Questo cambio di prospettiva è la cosa che più mi ha affascinato e che mi ha dato la scintilla per la creazione del gioco.

Il nome originario del gioco doveva essere “Anatomy of a Dragon” e doveva parlare dei draghi da un punto di vista naturalistico e appunto anatomico, andando alla scoperta e catalogazione di creature in modo quasi enciclopedico. Più che un gioco, era un concept. Da quello mi sono poi andato via via ad avvicinare a quella che sarebbe poi diventata l’idea finale, ossia il racconto di un esploratore che va alla ricerca di un drago.

Invece, spostandoci sul lato game design, una delle opere che mi ha ispirato in questo percorso è indubbiamente Lovecraftesque di Joshua Fox e Becky Annison. A suo modo è stato uno dei primi a focalizzare l’attenzione non su un party di avventurieri quanto su un singolo personaggio e sul suo percorso verso un obiettivo predeterminato (in quel caso era la risoluzione di un mistero legato all’immaginario lovecraftiano).

Unendo queste ispirazioni, più altre concezioni orientali legate alla figura del drago, è venuto fuori il concept di Must Be a Dragon! Nei panni di un esploratore, dovrete compiere un viaggio alla ricerca di un drago, affrontando insidie e rivivendo momenti del vostro passato che spiegheranno come siete arrivati qui e ora.

Perché proprio il drago? Cosa rappresenta nel gioco? Ecco, questa è un’ottima domanda che però merita ampio spazio: ne parleremo in un prossimo articolo!

Autore Articolo: Andrea Carbone
Illustrazione: Alida Pintus 2024 © Isola Illyon Edizioni

Non perdere la tua copia di Must Be a Dragon scegliendo una delle due soluzioni: